L’ansia è un normale processo che caratterizza tutti gli esseri viventi. Nel linguaggio comune, la parola “ansia” prende una connotazione negativa: significa malessere, disturbo, agitazione interna, tensione. In realtà quando parliamo di ansia, ci riferiamo semplicemente a quel processo, cognitivo e fisiologico, che permette al nostro corpo di reagire a un qualsiasi stimolo esterno che viene percepito come “potenzialmente pericoloso”. Tale processo ha un funzionamento normale quando il nostro corpo e la nostra mente si attivano in risposta a un evento “reale”, ovvero a qualcosa che realmente costituisce per noi un potenziale pericolo. Quando, invece, tale reazione è scollegata dallo stimolo, ci troviamo di fronte a una reazione irrazionale (ovvero non aderente alla realtà, così come ci è possibile percepirla). In questo caso, quindi, il nostro corpo e la nostra mente, si attivano come se dovessero prepararsi ad affrontare il temuto pericolo, quando in realtà non vi è alcun pericolo intorno a noi.
Ecco che allora il nostro corpo e la nostra mente iniziano ad attivarsi oltre il dovuto (con pensieri ansiosi, emozioni ansiose, sensazioni corporee alterate e comportamenti alterati). Da qui si genera un fenomeno a circuito chiuso, in cui la valutazione cognitiva delle nostre reazioni fisiologico-emotive fa sì che tali reazioni vengano interpretate come la conferma che qualcosa di pericoloso sta per accadere (sennò non entreremmo in ansia); dall’altra parte, il nostro corpo aumenta il suo livello di attivazione, proprio perché sorretto dalla valutazione sempre più negativa che il nostro cervello fa degli eventi. Una sorta di circuito chiuso a valenza negativa che produce, rinforza e mantiene il meccanismo dell’ansia.
L’ansia si manifesta in numerosi modi. Di seguito, i più frequenti.
ATTACCO DI PANICO. Si ha quando la reazione di stampo ansioso è immediata, inaspettata e improvvisa (senza cause apparenti). Sintomi tipici sono: tachicardia, sudorazione, tremori, respiro affannoso, paura di morire, senso di irrealtà e depersonalizzazione. Più attacchi di panico costituiscono il Disturbo di Panico.
DISTURBO OSSESSIVO COMPULSIVO. Prevede la presenza di pensieri intrusivi, disturbanti, difficili da allontanare. Le persone che subiscono questi pensieri, tendono a mettere in atto comportamenti apparentemente scollegati dai suddetti pensieri, con l’obiettivo di allontanare la probabilità che il contenuto del pensiero intrusivo possa effettivamente verificarsi. La sensazione più comune è quella di impazzire o, comunque, di non avere il controllo della propria mente. Ciò rinforza ulteriormente l’ansia e il disagio collegati a tale sistema disfunzionale.
ANSIA SOCIALE. Le persone che ne soffrono temono di fare cose che possano creare loro imbarazzo in presenza di altri (parlare in pubblico, mangiare davanti ad altri, firmare un documento, andare ad una festa, parlare con persone di autorità, resistere ai venditori insistenti, provare un abito…). La loro più grande paura è la valutazione negativa da parte degli altri, il ricevere critiche, l’essere rifiutati. Sono quasi costantemente concentrate su loro stesse e su cosa credono che gli altri pensino di loro. Quando ritengono di non essere state competenti e socialmente desiderabili si avviliscono, si autosvalutano, si sentono diverse e inferiori. Col tempo diventano sempre meno capaci di affrontare le situazioni temute.
DISTURBO POST-TRAUMATICO DA STRESS. Il Disturbo post-traumatico da stress si manifesta con una serie di sintomi di disagio innescati dall’esperienza di eventi traumatici stressanti, come la personale esposizione ad eventi dolorosi, a una malattia grave, al rischio di morire o ad altre serie minacce alla propria integrità fisica o a quella di familiari e amici stretti (catastrofi naturali, violenze personali, incidenti, lutti, ecc.). I principali sintomi associati al Disturbo post-traumatico da stress possono essere raggruppati in tre specie: frequenti immagini e pensieri intrusivi, comportamenti persistenti di evitamento di circostanze associabili al trauma, aumento di irritabilità, ansia e depressione.